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martedì 20 settembre 2011

ASSIGNMENT 6: LETTERATURA SCIENTIFICA 1

Il primo articolo dell’Economist che il proff. Formiconi consigliava di leggere, “Signs of the times”, mi ha fatto sorridere e al contempo riflettere. Sorridere perché è stato veramente buffo il modo in cui Peter Austin, dell’Institute for Evalutative Sciences, ha messo in ridicolo numerose ricerche scientifiche tanto pretenziose e ambiziose quanto basate sul nulla, come immagino possano essere alcune di quelle che troviamo sui giornali tutti i giorni. Austin infatti mostra come, basandoci semplicemente su dei dati statistici, le persone vive sotto il segno del leone abbiano il 15% di probabilità in più di essere ricoverate in ospedale per emorragia gastrica di quelle del segno del Sagittario e addirittura il 38% in più di essere ricoverate per un braccio rotto.
A questo punto è scattata la mia riflessione riguardo l’importanza dell’utilizzo di un metodo scientifico rigoroso, che riesca a dimostrare con certezza delle associazioni senza correre il rischio di prendere fischi per fiaschi e di quanto d’altra parte sia facile incappare in certi errori. Questo pone allo scienziato la necessità di attuare una verifica importante dei propri risultati, proprio come fanno i revisori dei giornali scientifici (e non) riguardo a degli articoli che per essere completamente revisionati e accettati possono veder trascorrere anche un anno per la loro pubblicazione, come si legge in uno dei post del proff Formiconi. Insomma ci vuole cognizione di causa nell’affrontare una ricerca scientifica, bisogna procedere con cautela e verificare ogni risultato che otteniamo, perché spesso rischiamo di andare incontro a errori grossolani dettati dalla casualità dei dati che abbiamo ottenuto, una verifica costante e continua è dunque a mio parere alla base di tutta la ricerca scientifica.
PUBLISH AND BE WRONG
Quest’altro articolo solleva invece il problema che gli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche spesso non corrispondono ai più corretti e validi tra quelli che le case redattrici avrebbero a disposizione, poiché i criteri con cui vengono scelti non sono dei più obiettivi: infatti, tra gli articoli che vengono proposti, non vengono scelti quelli più validi scientificamente, ma spesso i metodi di scelta sono altri: ad esempio svolgono un ruolo molto importante le precedenti pubblicazioni su giornali importanti che gli autori dei suddetti articoli hanno alle spalle o addirittura il tipo di risultato dato dalla ricerca oggetto dell’articolo, come accade ad esempio in uno studio inviato alla America’s food and drug Administration circa gli effetti degli antidepressivi (quelli con risultati positivi sono stati pubblicati, quelli con risultati negativi no) ma i risultati negativi sono spesso almeno parzialmente più informativi di quelli positivi.
Per commentare questi articoli mi sono servito di Google traduttore e di Lingro, entrambi molto utili, spero quindi di aver compreso abbastanza bene il significato di questi articoli che mi hanno offerto interessanti spunti di riflessione.

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